In quanto Istruttore presso la scuola SUP sul Garda Benaco Paddling Academy, mi è sempre piaciuto fare una introduzione generale a questo sport prima di passare all’insegnamento della tecnica, negli anni più volte mi sono trovato ad approfondire l’argomento attraverso libri o ricerche online per piacere personale e per poter offrire informazioni corrette e dettagliate nelle mie lezioni.
Oggi durante l’ennesima ricerca mi sono deciso a scrivere queste informazioni anche per coloro che non hanno la sfortuna di poter fare una lezione con me.
Questo articolo è rivolto a quelli che si stanno avvicinando allo sport o lo praticano in modo autonomo senza aver la possibilità di confrontarsi con persone più esperte ma è rivolto anche ad altri istruttori che magari possono prendere spunto per dare qualche informazione in più riguardo lo sport che insegnano.
Essendo una panoramica sullo Stand Up Paddle gli argomenti sono stati trattati nella maniera più concisa possibile, prossimamente pubblicherò articoli che andranno ad approfondire tutte le tematiche trattate in questo articolo.
Indice
SUP: Introduzione
Lo Stand Up Paddle è uno sport che nasce da due culture sportive, quella del surf e quella della canoa. Spesso viene accostato al surf per via della tavola su cui viene praticato che ricorda la tavola da surf e anche perchè nasce all’interno dell’ambiente surfista ma a livello tecnico è più simile alla canoa.
Il SUP principalmente ha la funzione di mezzo di trasporto ricreativo per poter godere della natura e distrarsi con una passeggiata, lo possiamo paragonare a un trekking in acqua o una passeggiata in bici. Come il trekking e la bici anche il SUP ha varianti meno rilassanti e più adrenaliniche e/o faticose come il Paddle surf, il river sup o il sup trekking.
Il SUP è lo sport d’acqua che ha visto la maggior crescita a livello mondiale negli ultimi dieci anni. Questa crescita è dovuta al fatto che è uno sport adatto a tutti che si può fare in modi molto differenti tra loro.
Con la tavola si può fare una rilassante passeggiata sulle acque piatte di un lago così come è possibile fare un’adrenalinica surfata su onde di svariati metri nell’oceano o addirittura discendere le rapide di un fiume ma non finisce qui, grazie alla stabilità delle tavole da SUP ci sono varie attività che si fanno anche senza remo, come SUP yoga e SUP fitness e per finire la tavola può essere utilizzata per applicazioni a livello medico come la riabilitazione delle articolazioni inferiori grazie al costante lavoro propriocettivo che siamo portati a fare quando stiamo in piedi sulla tavola.
SUP: La storia (in breve)
Sulla nascita del SUP esistono poche informazioni e pareri contrastanti ma per risalire alla sua origine bisogna innanzituto chiarirne il significato. SUP significa Stand Up Paddle, cioè pagaiare stando in piedi, solitamente su una tavola ma non necessariamente.
Possiamo dividere la storia del SUP in due fasi Preistoria del SUP e Storia del SUP
La preistoria del SUP è quella fase in cui il SUP non era chiamato così, non era uno sport e non ci si facevano i selfie.
Sin dai tempi della preistoria (umana) popolazioni da tutti gli angoli del globo hanno optato di pagaiare in piedi su canoe, tronchi e altro. Questo perché stare in piedi permette di vedere pericoli in lontananza e vedere meglio eventuali prede sott’acqua.
Resoconti di questo modo di remare giungono a noi da svariate epoche e luoghi, dall’antico Egitto alla Polinesia, dal Lago Titicaca all’Africa etc.
La storia moderna del SUP ha invece inizio in un luogo più preciso, le isole Hawaii
Nella prima metà del 900 alcuni sufisti il primo tra cui Duke Kahanamoku, stella e padre del surf hawaiano (nonché campione olimpico di nuoto), furono visti remare in piedi su grosse tavole da surfski o canoe da outirgger utilizzando pagaie doppie da kayak o remi adattati per l’occasione.
Negli anni ci furono varie persone che replicarono e reinventarono quello che Duke Kahanamoku e i nostri antenati facevano ma senza creare scalpore e tanto meno senza farlo diventare un vero e proprio sport.
Dobbiamo aspettare sino alla seconda metà degli anni novanta per vedere gli inizi di questo sport, quando Laird Hamilton e Dave Kalama, famosi surfisti Hawaiani, furono fotografati mentre passeggiavano su delle tavole da surf tandem remando con dei remi da canoa.
Nei cinque anni successivi Laird Hamilton continuò a sperimentare fino al 2001 quando si fece costruire la prima pagaia da SUP. L’undici settembre dell’anno seguente Laird fu visto fare surf con remo su onde di due metri in piedi su una tavola e con una bandiera americana legata alla pagaia. Questo fu ripreso da alcuni magazine e diede visibilità a un’attività che sino ad allora era praticamente sconosciuta.
Questo si può considerare come il momento in cui lo StandUp Paddle nacque. Da quel giorno l’interesse della gente è andato in crescendo, persone che remavano in piedi su tavole da windsurf sono apparse in tutto il mondo e le aziende hanno iniziato a creare prodotti per questi pionieri e a suon d’investimenti in tecnologia e marketing negli ultimi venti anni hanno aiutato questo sport a crescere e a renderlo accessibile a tutti.
Da quel giorno lo Stand Up Paddle è cambiato molto, sono nate nuove specializzazioni, la tecnica di pagaiata di anno in anno evolve grazie al numero sempre maggiore di appassionati dello sport, così come anche le attrezzature che variano in base al suo utilizzo e alla disciplina praticata.
Laird Hamilton è un gran personaggio, uno dei più grandi surfisti di onde giganti, ti consiglio di leggere questo libro per scoprire di più su di lui e sul suo modo di affrontare la vita: Force of Nature: Mind, Body, Soul and, of Course, Surfing, è un bel libro, non troppo lungo e un’ottima fonte d’ispirazione…
SUP: Le Discipline
Il SUP ha avuto il grande pregio di affascinare e riportare in acqua le persone che erano meno avvezze agli sport acquatici così come ha solleticato l’interesse di sportivi di ogni genere.
Attirando persone con background sportivi molto differenti la disciplina ha subito molte influenze, alcune delle quali hanno apportato miglioramenti dal punto di vista della tecnica, vedi la tecnica di pagaiata che deriva dalla tecnica della canoa C1 e OC1 oppure nuove forme di utilizzo come la discesa di rapide o lo yoga.
Vediamo brevemente i vari rami dello Stand Up Paddle:
SUP touring
Il Sup touring è la forma più classica e diffusa. Consiste nella escursione a scopo ricreativo, per rilassarsi o per scoprire le coste da un punto di vista differente. Solitamente viene fatto al lago o al mare ma è possibile farlo anche in fiume con le debite precauzioni.
Il SUP tour può essere anche una forma di allenamento se fatto a un ritmo più elevato e con una tecnica adeguata.
SUP Trekking o Adventure
Il SUP trekking o Adventure consiste in escursioni di più giorni in SUP, durante le quali si esplorano tratti di costa pernottando in tenda o in albergo. Il sup trekking necessita di una maggiore conoscenza dell’ambiente marino/lacustre/fluviale e una maggiore esperienza dal punto di vista tecnico e organizzativo rispetto al SUP tour.
SUP racing
SUP racing è il termine che viene utilizzato per riferirsi alle competizioni SUP in acqua piatta.
Esistono competizioni a livello mondiale e nazionale (vedi APP), ogni competizione comprende varie categorie a seconda del Sesso, della lunghezza della tavola, del percorso, del tipo di tavola se gonfiabile o meno.
E’ un mondo in continua evoluzione con nomi che cambiano continuamente, federazioni che aprono e chiudono e del quale non mi sono mai interessato troppo.
SUP Downwind
Il downwind consiste nel percorrere un tragitto con vento e onde favorevoli che quindi continuano a spingerci permettendoci di surfare le onde che si formano lungo il tragitto. E’ un’attività divertente, impegnativa e faticosa, adatta a rematori con una certa esperienza dato che le condizione in cui si pratica non sono delle più semplici.
Vale la pena allenarsi per poterlo fare…
SUP river
Il SUP river è la pratica dello Stand Up Paddle su fiume in acque bianche. Una pratica iniziata da kayakers d’acqua bianca innamoratosi del SUP in oceano e che hanno trasferito la loro esperienza dal kayak al SUP.
E’ una pratica che va fatta sempre in compagnia e mai senza un corso o persone esperte al proprio fianco. E’ molto divertente ma se fatta senza esperienza è pericolosa.
SUP yoga
Il surf da decenni ha una forte correlazione con lo Yoga, la maggior parte dei grandi surfisti pratica yoga perchè aiuta a migliorare l’equilibrio ed essendo che il SUP nasce per mano dei surfisti è facile intuire come lo yoga abbia fatto il suo ingresso in questo sport.
Il SUP yoga consiste nel praticare lo yoga sulla tavola da SUP ancorati a una piattaforma / boa / ancora o lasciandosi trascinare dalla corrente. E’ un modo differente di fare yoga in mezzo alla natura e aumentando il livello di difficoltà.
SUP surf o Paddle surf
Il Paddle surf è la pratica del SUP sulle onde quindi si tratta di surfare le onde utilizzando un remo e un’apposita tavola da Stand Up Paddle. Un’altra attività molto divertente e abbastanza difficile, da evitare se non si ha un istruttore o un amico che ci spiega i pericoli e le regole del surf.
SUP Fitness
Il SUP fitness consiste nella pratica di esercizi di ginnastica a corpo libero sulla tavola. Similarmente allo SUP yoga andremo a replicare i tipici esercizi che si fanno su terra ferma sulla tavola, aumentandone la difficoltà e aumentando anche l’allenamento in alcuni casi.
SUP: Attrezzatura
A seconda della disciplina SUP che andremo a fare avremo bisogno di attrezzatura differente. Esistono tavole da acqua piatta, da trekking, da surf ,da yoga e da river. Ognuna delle quali con caratteristiche differenti e che spesso e volentieri le rendono inutilizzabili per una qualsiasi delle altre attività.
In un altro articolo spiegherò più in dettaglio le differenze tra le varie attrezzature. Per adesso mi limiterà a fare una veloce panoramica sull’attrezzatura standard.
TAVOLA SUP
Sul mercato è possibile trovare centinaia di tavole SUP a noleggio o in vendita differenti, fatte di materiali, dimensioni e forme differenti. serve quantomeno un articolo a riguardo. Cercherò di spiegare velocemente le tipologie di tavole.
Le tavole SUP si dividono in due grandi famiglie, quelle rigide e quelle gonfiabili.
Tavola SUP rigida
La tavola rigida è una tavola performante, grazie alla sua rigidità non flette quando impatta sulle onde, è più veloce e soffre meno il vento laterale. La tavola rigida è però più delicata, facile da rompere, più complicata da trasportare e da tenere in casa.
Tavola SUP gonfiabile
La tavola SUP gonfiabile è una tavola più lenta rispetto alla rigida e soffre di più il vento. La tavola gonfiabile resta comunque la tipologia più venduta per via della praticità di trasporto e di stoccaggio. Inoltre benché sia più lenta, con una tavola gonfiabile si può andare veramente ovunque, magari ci vorrà qualche minuto in più ma potrai portarlo ovunque con te.
Tutti i miei viaggi in SUP li ho fatti usando una tavola gonfiabile perché più facile da trasportare e riparare. Se non sei un professionista e non vivi sul lago un gonfiabile va più che bene per iniziare.
Dimensioni della tavola
Le dimensioni della tavola variano molto a seconda dell’utilizzo per cui sono state prodotte. Semplificando molto la questione possiamo affermare che:
Lunghezza:
Una tavola lunga va più dritta e veloce rispetto a una tavola corta che è più lenta e manovrabile.
Le tavole da touring, race, trekking sono lunghe (dai 12 piedi in su). Le tavole da surf e river sono corte (dai 10 piedi in giù).
Tutto quello che c’è in mezzo sono all round, non sono tavole create per un uso specifico, vanno pene per tutto e niente e solitamente sono il tipo di tavola con cui si inizia.
Larghezza:
Una tavola larga è più stabile e lenta rispetto a una tavola stretta che è più instabile e veloce.
Le tavole da race sono molto strette e variano anche in base al peso del rematore, (dai 24 ai 28 pollici).
Le tavole da trekking/touring variano dai 29 ai 32 pollici a seconda del modello e del carico che devono portare.
Le tavole da SUP river vanno dai 31 ai 36 pollici mentre quelle da surf dai 24 ai 30 pollici.
Dato che esistono centinaia di modelli SUP può darsi che esistano tavole che non rientrano nelle misure che ho elencato sopra.
Pinne per SUP
Un’altro aspetto importante della nostra tavola SUP sono indubbiamente le pinne. Senza entrare troppo nel dettaglio, i set up più diffusi nel mondo del SUP sono quelli a tre pinne e mono pinna.
Mono pinna: Le tavole SUP specificamente progettate per l’acqua piatta avranno una sola pinna lunga. Ciò fornisce stabilità alla tavola, poco attrito e consente alla tavola di viaggiare più dritta durante le lunghe percorrenze di touring, race o downwind.
Multi pinna: Alcune tavole hanno una configurazione a tre pinne per una migliore manovrabilità su onde e acque mosse, migliorandone il controllo anche in momenti in cui non si riesce a tenere la tavola perfettamente piatta sulla superficie dell’acqua. Le tavole All-round solitamente hanno tre pinne.
Alcuni setup a tre, quattro e cinque pinne sono chiamati “thruster”; vengono utilizzati soprattutto nel paddle surfing.
Pagaia da SUP
La pagaia da SUP è un pezzo fondamentale del nostro equipaggiamento. Spesso sottovalutata è la nostra migliore amica e non bisognerebbe risparmiare troppo su questo pezzo, non vorrai trovarti a chilometri dal punto di partenza con una pala rotta vero?!
La pagaia del SUP è deriva dalla pagaia utilizzata nelle gare di outrigger ma con un manico decisamente più lungo.
Tipologia di pagaie:
Ci sono svariate tipologie di pagaie, la prima distinzione da fare è il numero di pezzi in cui è suddivisa l’asta:
1 Pezzo: Sono le migliori pagaie per quanto riguarda le prestazioni e la comodità durante la remata, il contro di queste pagaie è che l’altezza non si può modificare e il trasporto è scomodo.
2 Pezzi: Le pagaie a due pezzi si possono regolare in altezza ma sono leggermente più pesanti rispetto al mono pezzo e flettono meno perdendo così di resa. Sono più comode per il trasporto ma non sono adatte a viaggiare in aereo.
3 Pezzi: Le più pesanti e con la peggiore resa in acqua delle tre. Il pregio di questa pagaia è che lo si può trasportare in aereo dentro la sacca della tavola.
Non aver paura a comprare una tre pezzi se prevedi di viaggiare con la tavola, non sono così male, meglio una tre pezzi in carbonio che una monopezzo in alluminio…
Materiali delle pagaie:
Esistono pagaie di vari materiali, Carbonio, fibra, alluminio e legno. Ognuna con caratteristiche e prezzi differenti.
Pagaie in Alluminio: Solitamente il tuo venditore di fiducia come super offerta o perchè gli sei simpatico ti rifila una bella pagaia in alluminio. Ringrazia il venditore e mettila in cantina che non si sa mai.
Pagaie in Fibra: Le pagaie in fibra di vetro solitamente sono delle mescle tra ABS e fibra di vetro e materiali che nemmeno alla NASA ne sono a conoscenza. Solitamente sono soluzioni relativamente economiche, abbastanza affidabili e la miglior scelta per avvicinarsi allo sport senza svenarsi.
Pagaie in Legno: Le pagaie in legno sono un’ottima soluzione, la più ecologica del gruppo. Le pagaie in legno hanno una buona flessibilità e quindi una buona resa e sono più resistenti rispetto al carbonio ma più pesanti.
Pagaie in Carbonio: Le pagaie in Carbonio sono considerate le migliori sul mercato. La loro leggerezza e flessibilità le rendono le più efficienti in acqua. Purtroppo sono delicate e si rischia di romperle facilmente su pietra o altro.
Componenti della pagaia
La pagaia da SUP è composta da tre parti:
Blade: La pala della pagaia a forma di goccia più o meno squadrata, solitamente ha un’inclinazione che può variare dagli 8° ai 15° rispetto all’asta.
In base all’utilizzo e al rematore varia la superficie del blade.
Per esempio il blade da surf ha una superficie maggiore in modo da avere uno sprint immediato e raggiungere la massima velocità rapidamente, mentre il blade da distanza ha una superficie più ridotta per consumare meno energie e avere una remata costante.
Shaft: L’asta della pagaia oltre che differenziarsi per il materiale e il numero di pezzi che la compongono si differenzia anche per la forma che ha. Esistono aste rotonde od ovali. Le aste ovali sono più ergonomiche rispetto a quelle tonde ma più care e non tutti ci si trovano bene.
T grip: La maniglia della pagaia è il pezzo che troviamo sopra la pagaia e che teniamo in mano durante la remata. Esistono varie forme e materiali, se la pagaia è decente quasi sicuramente anche la maniglia lo è.
SUP: Indumenti
A seconda della stagione, dell’attività e del luogo in cui ci troviamo a fare SUP avremo bisogno di essere vestiti adeguatamente. Quando a marzo entriamo nelle acque gelate di un torrente a fare sup river non ci vestiremo come durante un sup tour in sicilia a giugno. Quindi è bene avere una idea chiara di cosa indossare.
SUP estivo: In estate solitamente il nostro completo da SUP sarà leggero e volto soprattutto a proteggerci dal sole.
- Maglietta in lycra con protezione UV
- Boardshorts o custome sportivo per le ragazze.
- Berretto
- Occhiali polarizzati per proteggere gli occhi.
- Giaccavento leggera per i tour più lunghi in caso vi sia un cambio del meteo.
- Protezione solare
SUP Invernale: In inverno a seconda del vostro equilibrio, esperienza e delle condizioni del mare/lago potete scegliere se farlo con una muta umida, stagna o con degli indumenti sportivi tipo trekking o running.
- La muta umida è fatta per essere bagnata e se avete intenzione di pagaiare per ore con una muta senza bagnarla, alla lunga vi troverete con abrasioni nelle zone in cui la muta sfrega col corpo.
- La muta stagna è l’opzione migliore in inverno, questa tipologia di muta sigillerà il vostro corpo all’altezza delle caviglie, polsi e collo evitando che l’acqua entri. Con questa muta potrete indossare i vostri indumenti da running e/o trekking senza il rischio di bagnarli. Il problema è che sono piuttosto care.
- Indumenti da running e/o trekking invernali, sono un’opzione per i paddlers esperti e per gite corte in acque molto tranquille.
- Scarpette in neoprene sono fondamentali per non gelarvi i piedi.
- Guanti in neoprene o misti, come le scarpette sono importanti nelle giornate fredde e ventose.
- Occhiali polarizzati per proteggere gli occhi dai raggi UV.
- Berretta tecnica, buff o copricapo in neoprene se ci sono buone probabilità di cadere.
SUP: Sicurezza
Spesso si vede il SUP come un’attività ricreativa senza rischi ma non è così. Essendo uno sport in acque aperte, lo Stand Up Paddle dipende molto dal meteo. Un cambio repentino delle condizioni potrebbe trasformare la tranquilla giornata di remata in acqua piatta in una lotta contro vento e onde nel quale è difficile gestire la tavola e mantenere la rotta e restare in piedi.
Per questo quando si esce con la propria tavola da SUP in compagnia o da soli, bisogna sempre seguire delle linee guida sulla sicurezza.
Leash
Il leash è la corda che ci lega alla tavola, bisogna sempre indossarlo, sempre! Il leash può salvarti la vita, costa poco e non da fastidio, non c’è alcun motivo per non indossarlo.
In caso di malessere il leash farà si che anche in seguito a una caduta la tavola resti vicino a noi e tirandolo, anche se in affanno, potremo raggiungere la tavola velocemente.
Inoltre in caso di vento una tavola gonfiabile potrebbe essere sollevata del vento s spazzata via. Indossando il leash questo non succede.
Lo stesso vale in giornate di mare grosso, cadere in mezzo alle onde senza leash significa perdere la tavola.
Giubbotto salvagente (PFD)
Quando si è da soli il giubbotto salvagente va sempre indossato, anche se siamo dei bravi nuotatori. Quando siamo soli nessuno verrà ad aiutarci in caso di un colpo di sole o malessere, il giubbotto ci permette di guadagnare tempo per avvicinare la tavola a noi tramite l’uso del leash senza bisogno di sforzi.
Quando si è in compagnia bisogna quanto meno portarlo sulla tavola. Non possiamo mai sapere se in seguito a un cambio del meteo potremmo ritrovarci soli in mezzo al mare perchè il vento troppo forte ci allontana dal gruppo.
Comunicare la durata dell’uscita e il percorso
Comunicare i vostri piani a qualcuno di fiducia è sempre una buona idea. Nessuno verrebbe a cercarvi ne tanto meno saprebbe dove cercarvi in caso doveste rompere la tavola o la pagaia lontano da un centro abitato o su una spiaggia non raggiunta da una strada. Si comunica l’ora di uscita, la durata del viaggio (calcolando eventuali ritardi), il tragitto e un orario limite dopo il quale chiamare i soccorsi.
Portare il cellulare
Portare il cellulare in una sacca stagna è un’altra ottima idea. In caso di bisogno se avrete la fortuna di essere in una zona dove c’è segnale potrete richiedere aiuto. Però lasciatelo in modalità silenzioso, non lasciate che vi disturbi anche in quelle poche ore di pace che avete a disposizione…
Abbondare con l’acqua
Uscire con l’acqua contata è sempre un rischio. Avere una scorta aggiuntiva vi permette di essere più tranquilli in caso per qualsivoglia ragione la gita dovesse allungarsi.